venerdì 23 dicembre 2016

cazzotti sotto l'albero







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I tempi moderni sono governati dai social e dai media e  la vita  è un unico, immenso flash mob,dove tutto è amplificato e divulgato rapidamente.Così quando succede qualcosa, la notizia si propaga a macchia d'olio ,velocemente,sfuggendo ad ogni sorta di controllo.
Una volta,quando all'interno di una manifestazione SAS qualcuno faceva a "cazzotti" o smadonnava all'indirizzo di questo o quel giudice o di un competitore,la cosa passava ai più inosservata e l'avvenimento aveva ripercussioni e "rumor" giusto tra gli spettatori intervenuti alla gara e al massimo percorreva il territorio nazionale sulla lingua di qualche cinofilo emancipato che intratteneva rapporti con i soci lontani.Oggi ovviamente non è più così.Io, ad esempio, sui social ,senza mai averlo chiesto a nessuno,mi ritrovo  5000 amici, la maggior parte dei quali hanno facce poco raccomandabili ,alcuni dei quali mi contattano dall' Ecuador e dal Messico giusto per dirmi "ciao" all'una di notte magari facendomi delle "avances"..
Oltretutto alcuni di questi  amici  mi creano non pochi imbarazzi e qualche familiare preoccupato si è fatto forza e mi ha chiesto spaventato: "Oro',ma non è che t'arrestano con tutti questi amici talebani e jadisti che ti ritrovi?.Alcuni giorni orsono i tam tam della sas hanno cominciato a battere forte sulla scorta della notizia delle botte da orbi in occasione di un raduno tenutosi al nord.In men che non si dica tutti i soci erano a conoscenza dell'accaduto,persino io che....."da buon cornuto"  sono l'ultimo a sapere. Mi sono collegato giusto in tempo per rendermi conto che avevo qualche migliaia di messaggi non letti ed ho assistito divertito e in vero un po' perplesso ad un serie di post "animati",con tanto di pugno,"bang","scrasc" che "celebravano" l'accaduto.In questi casi ovviamente sul web si scatena una sorta di solidarietà nei confronti della vittima...o  udite  udite ...del carnefice e ognuno "si lagna " rimpiangendo un mondo perduto,in cui lo sport era sacro,il rispetto ...altrettanto e la società era sicuramente un posto migliore,governato esclusivamente dalla passione.Ora,non possiamo negare che da  anni  è in atto un  costante e continuo deterioramento del nostro ambiente,dal momento che il giro complessivo di denaro che riesce a sviluppare,può sicuramente essere appetito da interessi che nulla hanno realmente a che fare con la passione e con lo sport.Oltretutto nei confronti di certi comportamenti la società ha dimostrato di essere eccessivamente ..per così dire..." indulgente",comminando sanzioni che in alcuni casi hanno finito per sospendere soci che erano venuti alle mani giusto per il periodo sufficiente per potersi regolarmente ritrovare in campo alla ripresa dell'attività agonistica dopo la sosta invernale(ovviamente questo è valso solo per alcuni ).Per non parlare poi di ciò che avviene all'interno dei ring,dove conduttori "sbalestrati" spesso girano con fare minaccioso con una "Madonna" o un "Gesucristo" sempre a portata di denti.
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Nella maggior parte dei casi,e voglio sperare anche in questo,si tratta di ragazzate,di picchi di testosterone male utilizzato,che magari andrebbe  orientato solo verso una salutare "trombata".Sono giovani che ritenendo di aver subito un torto pensano di farsi giustizia da soli.Intendiamoci,questo non sposta di una virgola la gravità dell'accaduto,semmai lo aggrava,perchè non trattandosi di gente quotidianamente dedita a delinquere,queste manifestazioni sono la spia evidente di un disagio che esplode in una maniera così violenta da essere rivolta contro un povero Cristo di ottantanni,reo semplicemente di essere... ancora .....preposto al giudizio.Ma questo è sopportabile e sono sicuro la società riuscirà a trovare le giuste misure per riportare sulla retta via questi ragazzi ai quali vogliamo riconoscere la capacità di redenzione,ma quel che realmente spaventa è il sommerso torbido che viene fuori ogni qualvolta si smadonna affidando i propri sfoghi a facebook.Semmai ti soffermi a leggere,fra le righe di una lingua italiana sempre ai confini della realtà,scopri un mondo che non conosci,non immagini ed io personalmente non voglio nemmeno esplorare.Lastre false,compravendite farlocche,timbrifici clandestini...oggi di dna(VENIALE) ...ieri di displasie, fantomatici riferimenti a torti subiti,combine,sponsorizzazioni,Sieger, e chi più ne ha più ne metta.E' come se tutti fossero depositari di segreti inconfessabili,è come se tutti sapessero e però parlassero solo all'indomani di un torto subito.Ma a noi,gente di cani,gente per bene,gente che si alza al mattino per pulire ,allenare, svezzare e poi andare a lavorare,che non tinge,non tarocca,non spinge cani,tutto questo non interessa.Noi continuiamo a vivere sui campi e a fare proselitismo per la razza,perchè la razza .....vivaddio.. se lo  merita.Continuiamo a insegnare ai nostri ragazzi un modo di fare cinofilia che non è solo sport è anche e soprattutto una filosofia di vita.Oggi c'è in giro una irrefrenabile sete di successo,soprattutto economico e per raggiungerlo la gente si venderebbe la madre.Io,come tanti di noi ho trasmesso questa sana passione a mio figlio,sperando soltanto che lui si diverta a giocare con me a questo sport meraviglioso e non vorrei mai che diventasse MIO COMPLICE .QUALE PADRE SCELLERATO CHE NON FOSSE UN BANDITO CAMORRISTA POTREBBE MAI INSEGNARE AD UN FIGLIO A ....TAROCCARE....A DELINQUERE.La cinofilia è uno sport d'elite,badate bene ,non elite economica,non elite culturale,ma elite d'animo.E l'animo pulito,quantunque sia quello di un peccatore come ognuno su questa terra,non conosce ceto,non conosce cultura è pulito e basta ,sia esso l'animo di un contadino piuttosto che di un operaio o di un professore universitario.E' questo il vero punto debole di questo consiglio,che per il resto si distingue per efficienza,competenza tecnica e sana gestione amministrativa.Troppi passati che ritornano,troppe complicità pronte a riesplodere ad ogni torto subito.A tutti coloro i quali leggono con interesse quanto scrivo, e posso assicurare siete in tanti, alcuni dei quali mi rimproverano di essermi "ammorbidito" dico semplicemente che quanto avevo da dire a questa società,io l'ho detto sbattendomi la porta dietro e nel pieno delle cariche  che ricoprivo  all'interno di essa.Detto questo io non son solito ripetermi,lagnarmi,piangermi addosso.Quel che avevo da dire ...io.......non l'ho detto......l'ho scritto così che non potesse essere ritrattato e per questo penso di aver pagato e sto pagando.Tre anni,che diventano cinque, grazie ad una sospensione per aver offeso un consiglio dove su 10 componenti ,nove mi hanno sempre salutato calorosamente e con affetto ed anzi sono loro per primi a farlo,segno che poi...offesi non si sono.Fabrizio Corona uscirà dal carcere prima che io sconti il mio residuo di pena......ma ovviamente ...lui è un "bravo" ragazzo.Ciononostante,io continuo a lavorare per questa società condividendone la gestione ma non la filosofia di vita.Ci avviciniamo alla nuova tornata elettorale,ancora una volta plebiscitaria e credetemi non è un bene,paradossalmente non lo è nemmeno per chi si appresta nuovamente a governare,pensate che non  ci sarà data nemmeno la possibilità di dire "vinca il migliore".Questa società ha una classe giudicante superata e priva di credibilità,anche se queste sono colpe del passato ,perché a onor del vero questo consiglio si è distinto per essersi prodigato per creare una sorta di ricambio generazionale.I giovani di una volta,che ormai giovani non sono più ,non sono mai stati responsabilizzati fino in fondo ed hanno sempre vissuto in un clima di profonda intimidazione e sudditanza psicologica.I nuovi giudici andrebbero scelti tra i giovani talentuosi,che hanno dimostrato di saper bene allevare perché come ho già detto in passato è possibile essere un grande allevatore e un pessimo giudice è invece impossibile essere un buon giudice senza essere  anche un buon allevatore.Bisogna andare nelle sezioni e reclutarli tra quelli che hanno occhio,estro,personalità perché nessuna di queste doti è allenabile con il tempo e con la pratica.E' un po' come il calcio per i ragazzini,tu gli dai un pallone e capisci subito,sin dai primi tocchi se è un brocco o se ha il talento di Maradona.Il talento non si allena,si scopre.E poi bisogna farli crescere nel  clima giusto,dove la personalità non vada repressa facendo i portaborse di qualcuno o semplicemente temendo che con qualche comportamento indisciplinato si possa rimanere fuori dai giochi.Nessuno dovrebbe diventare giudice perché è pronto a dire di si e tantomeno perché svolge compiti che fanno comodo alla società,o perché fa la spia o perché raccoglie un mare di deleghe.Il giudice è quella persona capace di smontare e rimontare un cane per dirla con le parole del nostro presidente, mai azzeccate come in questo caso.Ma c'è un altro requisito che dovrebbe avere: "ESSERE PRESENTABILE" e spesso quelli che sanno smontare e rimontare non lo sono.E' solo con una classe giudicante credibile e ben referenziata che il movimento  crescerà in qualità e nei numeri vigilando attentamente per evitare che la società sia preda di appetiti criminali.Quando si vende un cane,bisogna stare attenti anche a questo.Non sono parole grosse queste,nessuno le consideri esagerate,a casa ho un pedigree appartenuto ad uno dei cani da me posseduti e a me più cari dove nello spazio destinato alla cessione manca solo la firma di toto Riina,dal momento che tutta regina Caeli e san vittore c'è.Per il resto mi sento di condividere pienamente le iniziative messe in campo da questo consiglio,che ripeto si distingue per professionalità ed efficienza amministrativa chiedendo semplicemente al presidente e al consiglio tutto di mettere in atto comportamenti umani  che siano all'altezza dell'importanza delle cariche ricoperte.Sarebbe auspicabile pure che nel campo si tornasse a dare del  "LEI", come semplice  allocuzione di cortesia che non è segno di distanza  ma di rispetto e di riverenza.Dovrà dare del "lei" il conduttore e il proprietario e dovrà dare del "lei" soprattutto il giudice.Basta con i salvatorini,i pasqualini ,gli oronzini,queste forme colloquiali che si usano fra persone che hanno confidenza fra loro.Tra conduttori,proprietari e giudici non ci può essere confidenza,non nel campo,fuori si può essere qualunque cosa.....amici,parenti,forse amanti.Poi,qualche schermaglia civile ci può pure stare.E'una gara e durante la gara si fatica,si suda ,si soffre ,si sogna e di conseguenza ci si incazza.Approfitto di queste righe per  porgere i migliori auguri da parte mia,della mia famiglia del mio team per un meraviglioso natale.Un augurio particolare vada a coloro che soffrono,che sono malati,che hanno perso il lavoro.A chi ha perso una persona cara,a chi non vede speranza,a chi vive in paesi in guerra e a chi la guerra ce l'ha dentro.Auguri a noi tutti che spesso,molto spesso,troppo spesso non sappiamo di essere fortunati ad avere quel che abbiamo.Ma.......soprattutto abbiamo un pastore tedesco,e come sono solito dire....i cani ci devono migliorare la vita.A tutti però,non solo ad alcuni.














Pulitzer 2016 a Reuters e New York Times per foto sui migranti


















































buon natale














Pulitzer 2016 a Reuters e New York Times per foto sui migranti




















buon natale








Voglio chiudere con le parole e l'augurio di una delle persone più folli che abbiano attraversato questo secolo.Io non l'ho conosciuto e probabilmente neppure voi,ciononostante ci affidiamo a lui ..ogni giorno.




“A tutti i folli.
I solitari.
I ribelli.


Quelli che non si adattano.
Quelli che non ci stanno.
Quelli che sembrano sempre fuori luogo.
Quelli che vedono le cose in modo differente.


Potete essere d’accordo con loro o non essere d’accordo.
Li potete glorificare o diffamare.
L’unica cosa che non potete fare è ignorarli.


Perché cambiano le cose.
Spingono la razza umana in avanti.
E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni.


Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero” – Steve Jobs















lunedì 5 dicembre 2016

enci -sas un amore impossibile ,piu' che un idea ,una profezia































ANTE SCRIPTUM:


HO scritto quest'articolo sette anni orsono,spinto dalle considerazioni maturate in trent'anni di appassionata appartenenza alla nostra società specializzata.Rileggendolo oggi,appare quasi profetico.La situazione non è cambiata ed anzi si avvia verso la totale diserzione dei pastori tedeschi dalla gare Enci ,ritenute....forse a ragione.... semplicemente l'ultima spiaggia "degli sfigati",dove ci si mette d'accordo fra espositori per far partecipare questo o quel cane al fine di ottenere un titolo di campione italiano.Le motivazioni del "disamore" sono semplici e facilmente deducibili:La presenza di un ragionevole numero di manifestazioni specialistiche organizzate dalla società specializzata(mediamente un paio al mese durante la stagione).Il solito clima di "ostilità degli  ambienti ENCI nei confronti della nostra razza,che nonostante le mode è ritenuta da tutti e senza tema di smentita la più versatile ,capace cioè di adattarsi ad ogni tipo di impiego.Ma soprattutto perché il giudizio selettivo della nostra razza si esprime prevalentemente attraverso criteri "dinamici" e non "statici" ed ecco perché le nostre esposizioni specializzate si trasformano  da semplice  esame zoognostico in una vera e propria manifestazione sportiva che richiede spazi ben più ampi di quelli invece angusti riservati alle varie razze dall'ENCI.Oltretutto il criterio di giudizio dei giudici Enci ,completamente all'oscuro dei meccanismi di evoluzione della nostra razza è totalmente differente rispetto ai giudici SAS .Per verificare questo è sufficiente portare un auslese sas in una gara Enci non giudicata da un giudice specialista della razza e vi accorgerete che quasi sicuramente si vedrà sopravanzare in classifica dal cane della vostra vicina,abbigliato per l'occasione e rubato nella giornata al suo quotidiano lavoro di guardiania.Vi posso assicurare che questo non è assolutamente improbabile.
Ma di questo ovviamente parleremo in un altro articolo.


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Ventidue anni orsono, impossibilitato a conciliare il mio lavoro di bancario con i quotidiani allenamenti richiesti ad un calciatore, mi aggiravo pensoso e, in vero, un po’ depresso fra riviste di varia natura che trovavo puntualmente e in bella mostra dal mio barbiere di fiducia. Strano a dirsi, allora avevo i capelli e frequentavo il “salone” settimanalmente, un po’ per vezzo, un po’ per “cultura”.
Ho sempre ritenuto che la quotidiana lettura del giornale, unita alla mezz’ora di frequentazione del’amico coiffeur, potessero di per se’ essere sufficienti ad una approfondita conoscenza delle pr
oblematiche locali; insomma, bastava passare dal tuo figaro per apprendere in tempo reale le notizie di cronaca piu’ disparata, oltre ovviamente ai “buoni costumi”della gente del luogo.
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Sul tavolino, in bella mostra, una rivista ENCI con tanto di testa di pastore tedesco in copertina. Scorrendo il calendario delle gare,guarda caso(il fato e’ sempre in agguato), mi soffermo su una manifestazione. E ‘ la domenica successiva ed e’ proprio in “casa mia” .
Arrivato il giorno mi abbiglio con tuta e scarpette e mi reco al campo sportivo della mia citta’.
E’ tutto un brulicare di gente e di cani,di nastri e di stand. Nell’aria il tipico fermento delle fiere campionarie.
Dopo aver girato a lungo fra i quadrati circoscritti da corde dal terrifico e gladiatorio nome di “ring”, proprio non mi capacito dell’assenza del mio amato “Rin Tin Tin”. Chiedo in giro e gli organizzatori, tra il piccato e il distratto , mi rimandano ad una signora di mezz’eta’ alquanto bruttina, acida e nervosa che agiva nella carica di PLENIPOTENZIARIO “delegato Enci”.
Mi fa’:”lei, vuole il ring dei pastori tedeschi?
Rispondo:"Sì". Lei, di rimando: ”ma e’ proprio necessario?"
La guardo: "be’ giro da un bel po’ di tempo, ci terrei" .
E lei ANCORA: "ma guardi quanti bei cani,perche’ proprio quelli?- la guardo perplesso ed anche un po’ incazzato- Ma se lei lo ritiene necessario……"
La guardo minaccioso: "impellente,e’ questione di vita o di morte!!!" “
"Lo sente questo rumore assordante alle spalle dello stadio? -mi dice rassegnata- i pazzi sono li’. Di solito li mettiamo in disparte; e’ una questione di immagine. Gridano, strombazzano, corrono, urlano e, a sentir loro, “chiamano” i cani; come se quelli poi potessero sentirli. Guardi qui, invece, che ordine, che eleganza: tutti in giacca e cravatta e in religioso silenzio."


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"Oh mamma mia...,in giacca e cravatta dal lunedi’ al venerdi’...alla domenica noooo, non si puo’!!!!!" Sara’ bastato un nooo e cinque punti esclamativi per rendere l’idea? La lasciai con l’ultima frase in gola e scappando mi parve di sentire: ”E’ uno di loro”.
Superato “il muro di berlino” mi si presento’ subito un altro mondo con gente che correva e si affannava e altri che gioivano neanche avessero vinto una finale di champions; il ring era una pista di gara ed i cani dovevano faticare non poco per girarlo tutto. Insomma, venivo dallo sport e quel modo di esporre era quello che piu’ si avvicinava al mondo da cui provenivo. Rimanendo al centro perfetto del muro che separava i due mondi, ebbi modo di paragonarli in diretta e la scelta fu’ rapida , veloce e per la vita: da una parte il lento ed elegante sfilare all’anglosassone, con handler in abito da sera e mimiche equivocabili, dall’altro l’ allegro incedere “brasilero” con grida e corse frenetiche, agitando tutto il possibile. Per la cronaca la gara, nonostante la giovanissima eta’, fu vinta da una certa Wenke del Gupo, che in seguito avrebbe dato i natali ad Arek dell’isolotto e il giudice era Gino Mantellini. Come tutti gli “amori a prima vista”, quel modello espositivo, cosi’ ricco di passionalita’ e al tempo stesso scevro dall’inutile formalismo d’etichetta che mal si attaglia all’aspetto hobbistico e che e’ tipico delle manifestazioni ENCI, scavo’ un solco profondo nella mia mente ed ancora oggi quelle gare sono, per me, terra di confine: se posso le evito.


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Il resto lo ha fatto un certo tratto un po’ donchisciottesco che mi caratterizza; ho sempre notato, nel mondo ENCI, una malcelata volonta’ di emarginazione nei confronti di noi pastoristi: non ci amano, non ci sopportano e, soprattutto, mal digeriscono il fatto che il nostro cane, in barba alle mode, all’ostracismo generalizzato e all’ostruzionismo imperante (un nostro pastore tedesco, seppur campione del mondo e con addosso un processo selettivo praticamente sconosciuto alle altre razze, difficilmente supera gli spareggi preliminari) e’ comunque il piu’ amato del pianeta.
Mi consolo dicendo, al pari del "VOSTRO" beneamato premier Silvio,sempre sia lodato, che l’invidia e’ un sentimento che non Ci appartiene,e soprattutto fa’ male a chi ce l’ha. Del resto, come sappiamo tutti, l’invidia e’ la piu’ sincera forma di ammirazione.
Ma quel che proprio difficile mandar giu’ e’ l’assurdo formalismo delle manifestazioni Enci, all’interno delle quali e’ facile rimaner fuori dalla gara per una data di nascita trascritta male o per un tatuaggio di difficile interpretazione; e che a nessuno venga in mente di richiedere l’intervento del delegato Enci, perche’ allora è veramente la fine.Il delegato e’ l’unto del signore, il depositario coranico della legge suprema, conoscitore profondo di articoli e regolamenti il cui “no” ha una valenza uguale o addirittura superiore alle sentenze della Cassazione. Comunque lo si prenda, dopo un ”no” non si passa; che si arrivi dalla Cornovaglia o che si abbia la moglie in macchina che si appresta a partorire nulla modifica la “decisione iniziale”.
Questo rigido formalismo pervade tutto il mondo del nostro organismo nazionale e, ultimamente, con le societa’ cresciute a dismisura e con numeri che non sono certamente quelli degli esordi, ne compromette lo stesso funzionamento.
QUESTO grande organismo nazionale, nato circa centoventi anni orsono per il volere di alcuni nobili dell’epoca, tali Conte Borromeo e Principe Emilio Belgioioso, con lo scopo di valorizzare le razze canine pure, abbisogna oggi di una radicale rivisitazione di ruoli, regolamenti e organici al fine di adeguarsi alle nuove e mutate esigenze dei giorni nostri, ove il socio richiede sempre nuovi e moderni servizi e le societa’ specializzate, i cui numeri di associati sono cresciuti nel tempo a dismisura, rivendicano e a ragione una sempre crescente autonomia.
E' probabilmente quest’ultima soluzione, quella delle autonomie , la strada da percorrerre, almeno per quelle societa’ come la nostra che hanno gia’ all’interno una precisa e strutturata organizzazione e che necessitano, per continuare a vivere, di disporre di nuovi spazi.
Insomma, un governo federale sotto l’egida dell’Enci, con piena autonomia per le societa’ specializzate piu’ evolute.


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Qualche domenica fa’, trascinato dalle telefonate dell’amico Macina, una di quelle persone alle quali mi riesce difficile dire di no, mi recai in quel di Bari per partecipare all’annuale appuntamento del nazionale Enci. L’atmosfera e’ la solita e le facce le stesse, solo tristemente invecchiate. Cambiano le mode, con conduttori abbigliati in tal maniera che ti viene spontaneo guardar loro piu’ che i cani ,e i cani sempre piu’ viziati e vezzeggiati con pizzi, belletti e giocattoli in gomma. Il tavolo per la toilette,le forbici e la lacca,il vaporizzatore e l’asciugacapelli, il borotalco e l’acqua di colonia e, per terra, l’immancabile copertina per preservarli da chissa’ che cosa.
In lontananza una curva “vecchina” dall’aspetto truce e battagliero. SI,era lei: la PLENIPOTENZIARIA Delegata Enci che si aggirava fra i ring con fare dispotico e ciarliero,impartendo ordini e citando sentenze.
Mi avvicino e domando: "Scusi, il ring dei pastori Tedeschi?"
Mi scruta e risponde con una domanda:”ma e’ proprio necessario?"
Le sfioro la faccia affettuosamente e le dico: ”Sono uno di loro”.
Mi guarda ammansita e proclama:”E cosa crede che non si vede”. Sorride come se ricordasse e mi indica la strada.
Li vedo in lontananza, nascosti come al solito e chiusi nel nostro mondo. Guardo i nostri cani, attaccati al paletto, senza giocattoli, lacche e belletti e figuriamoci la copertina. Sono vivi, vigili e fieri e stanotte probabilmente avranno per tetto un cielo di stelle.