AREK DELL ' ISOLOTTO:Bello, incredibilmente bello da morire,matto,terribilmente matto da legare.
Se gli anni 80 per gli amanti del cane da pastore tedesco sono ritenuti a ragione il vero e proprio Natale della razza in virtù della nascita contemporanea dei due nazareni Uran e Quando,gli anni 90 sono considerati la stagione delle messi abbondanti grazie alla contemporanea comparsa di Ulk,Visum,Karly e l'italianissimo Max della loggia dei mercanti e il figlio Dux della Valcuvia,soggetti sulle cui gambe ha camminato l'evoluzione della razza nell'ultimo ventennio.
Furono così tanti i soggetti di rilievo nati in quel decennio che Mauro de Cillis trasse lo spunto per produrre una bellissima raccolta dal titolo " i favolosi anni 90".Quegli anni furono realmente
benedetti dal signore e i semi fecondatori degli stalloni dell'epoca sembravano guidati da una stella cometa un po' come accadde per le leve calcistiche fortunate che videro nascere quasi contemporaneamente Pelè e Cruyff,Maradona e Paolo Rossi,Lionel Messi e Cristiano Ronaldo.
E così nel mese di febbraio del 1990 ,in un posto più vicino a Betlemme che a Francoforte,in un paesino della Calabria presso la casa di Salvatore Furfaro,si fermò la stella cometa e li nacque uno dei cani italiani più talentuosi di sempre : AREK DELL'ISOLOTTO.
arek dell isolotto va2 italia |
Arek nasceva sotto i migliori auspici morfologici essendo figlio di uno dei cani più belli e fascinosi dell'epoca, quel Mark von haus Beck che consideriamo a tutt'oggi uno dei grandi innovatori ,un soggetto dai profili morbidi e lineari che introdusse la fluidità e l'eleganza del movimento e grazie al quale l'allevamento italiano riesce oggi a primeggiare nel mondo .Nella sua selezione originale si legge:"indicato per migliorare ogni difetto anatomico".
La mamma ,Wenke del Gupo, figlia del grande Uran von wildsteigerland era una femmina dotata di meravigliosi profili e straordinaria correttezza che all'epoca a dire il vero non era un elemento di pregio così straordinario come lo è adesso.Wenke era una cagna ....essenziale, l'esatto contrario di quanto da sempre predicato dal grande Walter il quale sosteneva che la fattrice dovesse essere grande ,robusta e un po' simile ad una vacca.Del resto lo stesso Mark era l'antitesi dei wienerau e Walter che pure ne utilizzo' il padre non lo degnò della minima considerazione.Ovviamente occorre ricordare che Mark era coetaneo di Zamb e non è da escludere una naturale rivalità tra i due grandi stalloni. Da una parte quindi l'intensa e un po' rigida tipicità di Uran ,dall'altra la classe, l'eleganza e la flessuosità di Mark,unito a quel piccolo tocco di..... "femminilità" che rendeva quest'ultimo irresistibile.Intendiamoci,non è che Mark mancasse di dimorfismo sessuale,solo che il suo fascino era sicuramente più vicino a Di Caprio che a De Niro.Arek ,ovviamente,non era un prodotto casuale,era semplicemente figlio di due "bellissimi" e tutto quello che potè "combinare" nella sua carriera lo si poteva facilmente prevedere leggendo il suo pedigree.E così, supportato dalle teorie "Lombrosiane" e dalla moderna criminologia che afferma che i nostri comportamenti trovano spesso spiegazione nel nostro dna e nell'ambiente in cui viviamo,Arek ,con la sua "pericolosissima consanguneità 2/3 Quina /Quindo lasciava facilmente intuire una vita ai margini della legalità,con gli zii Quando,Quino,Quindo,Quana prematuramente affidati ai servizi sociali e con il nonno Uran,unico con la testa a posto,che da solo poco potè fare per raddrizzare "la testa" a questo irrequieto ragazzo.
wenke del Gupo auslese sas e mamma di arek |
Arek era bello ,di una bellezza sconvolgente,molto lontano dalla maestosa tracotanza dei Q/arminius,così pure dalla granitica e legnosa rigidità di Uran.Era solido,fluido,quasi elastico e sembrava "galleggiare" nell'aria.Nel dicembre del 1993 telefonai al suo proprietario,l'amico Lello Castucci all'epoca custode di una scuola e prenotai la monta.Per la mia cagna,fresca di un auslese mancato all'ultimo giro ,seconda eccellente al campionato italiano volevo assolutamente quel cane,ne ero sicuro, era il cane giusto,la "scarpa" che calza alla perfezione e Lello ne fu veramente contento,in fondo era un po' come dare in sposo il proprio figlio ad una ragazza di ottima famiglia.L'appuntamento era alla fiera di Foggia dove mi presentai con largo anticipo con moglie e figlio di appena quattro anni che oggi vedete un "po'" cresciuto all'interno dei ring.Abbiamo fatto le monte nei luoghi più impensati ma quello mi sembrò effettivamente inusuale,era come fare l'amore in un parco popolato.Ero ansioso e fiducioso al tempo stesso,in fondo la mia carriera cinofila grazie alla classica fortuna del principiante era iniziata sotto i migliori auspici e il gran risultato ottenuto mi faceva capire che con sacrificio e applicazione nessuna meta mi era preclusa.
Lello trasse Arek fuori dal trasportino ed io con in braccio mio figlio ebbi l'impulso di corrergli incontro per salutarli entrambi,feci giusto in tempo a parare il braccio a protezione del bambino e realizzai quello che non era propriamente il sogno della mia vita,avevo la bocca del cane "attaccata" alla mia giacca a vento e lui che ... non aveva alcuna intenzione di mollarla.Arek non aveva grande dimestichezza con le maniche ma evidentemente con la giacche si.Lasciò la presa e Lello come se niente fosse lo portò in giro a guinzaglio per farlo .....scaricare.Dio quanto era bello, la sua spinta sembrava spostasse l'asfalto e la presa di terreno era.....infinita,il cane fluttuava nell'aria e io lo guardavo...stregato.Finita la monta Arek parve sollevato,mi aveva guardato per tutto il tempo con gli occhi di "bragia" e pareva tutt'altro che contento di vedermi.Il suo pelo era opaco e la sua coda simile ad uno stoppino portava i segni evidenti della lotta "col suo proprietario" ,era questo il suo grosso problema,nato sotto la migliore stella sembrava non reggere il peso di questa grande responsabilità ,sempre malaticcio,pessimo montatore,sempre pronto ad attaccar la lite,ombroso e perennemente depresso,ma quando stava bene era bello come il sole,o meglio era il sole stesso.La sua carriera fu un esempio di gestione illuminata e quel che seppe fare quel simpaticissimo ometto sempre sorridente di Lello fu un opera fantastica.Riuscì a resistere alle sirene della Germania dove il grande Hermann e il fratello Walter insistevano perché il cane fosse portato(fonte Luciano Musolino che fu investito del ruolo di mediatore) e lo presentò ad un numero limitatissimo di esposizioni,anche perché era assai difficile trovare Arek nella luna e nelle condizioni giuste.Una su tutte fu la gara della vita e lui si presentò col vestito migliore.Era la giovani maschi di un campionato italiano e in campo "dirigeva" Herman Martin,lui partì primo ma dietro aveva un tipo tosto che rispondeva al nome di Ulk von Arlet.La gara cominciò e Arek fece capire subito che quel giorno lui c'era con anima e corpo e non ce ne sarebbe stato per nessuno.Ulk era una macchina da guerra ed effettivamente ce la mise tutta per imporsi,lui con le leve lunghe, il collo corto,solidissimo e un po' quadrato poco potè contro quella meraviglia della natura,ogni volta che lo tallonava, Arek lo guardava e allungava senza fatica mettendo quella marcia in più di cui solo lui disponeva.Ovviamente vinse,la vittoria l'aveva decretata Herman Martin,vale a dire Dio in persona ed aveva la stessa valenza del Vangelo.Da allora in poi tutti guardarono quel cane con occhi diversi ,in seguito, mettendo insieme uno "straccio di attacco"al campionato fece il titolo di auslese facendosi perdonare il "parco d'ombre" che popolava la sua mente,per la testa non aveva un complesso ma un orchestra intera.Arek ha lasciato una grande impronta all'allevamento italiano,che sia stato lui o il padre Mark poco importa,io sono sicuro che il merito sia di entrambi,ha avuto un solo figlio maschio di grande rilievo,Don di casa Nobili ed innumerevoli figlie femmine che hanno in qualche modo costituito la base dell'allevamento italiano degli ultimi anni.
don di casa Nobili
Don,pur lontano anni luce dalla incredibile bellezza funzionale di Arek,era caratterialmente meglio dotato(grazie alla presenza nel suo pedigree di cello romerau) e grazie anche alla sua collocazione geografica, "la Campania degli anni d'oro" ha costituito a sua volta l'Humus del moderno allevamento.Suprema sintesi della bellezza di entrambi fu sicuramente il più bel figlio maschio di Don,Mardok della valle del lujo,che vuoi per la gestione che se ne fece all'epoca ,vuoi per le chiacchieratissime anche buone al controllo "meno" al ricontrollo,sembrerebbe e dico sembrerebbe non aver lasciato traccia di se.Io ho una mia personale filosofia a riguardo:un cane bello prima o poi ....ricompare... nei pedigree,quando meno te lo aspetti!!!
mardok
Arek,pur nella sua "follia" è stato un' autentico capannone industriale per la famiglia che ne fu proprietaria,fra monte fatte male con nodo o senza,riempiendo tante cagne e lasciandone vuote altrettante fu un immensa macchina da reddito,un autentico capannone industriale e Lello, semplice custode di una scuola,senza alcuna laurea in Economia ne fu il suo grande imprenditore,sebbene la gestione all'epoca fu criticata non poco.Gli si eccepì il fatto di aver rinunciato ad una somma considerevole in un unica soluzione e soprattutto l'aver negato ad Arek una carriera dai contorni planetari.La scelta non fu poi così maldestra ,almeno dal punto di vista economico,ma probabilmente ...fu soprattutto una scelta di cuore,quel cane aveva permesso ad un brav' uomo semplice e modesto di diventare "qualcuno"e Lello in fondo gli voleva un gran bene,come si vuol bene al figlio "talentuoso e scellerato".
Arek è stato un vero e proprio "inno alla follia",una sorta di meraviglioso poeta maledetto che se fosse nato uomo sarebbe probabilmente morto suicida, una via di mezzo tra Marcello Mastroianni e James Dean.Ma se ci fate caso,un giorno,quando non avete granchè da fare prendete in mano i pedigree dei cani del vostro allevamento,magari quelli migliori e tornando indietro nel tempo e nelle generazioni vi renderete conto che probabilmente, in un angolo più o meno buio e nascosto ......Arek c'è.
Aggiunta postuma all'articolo originale scritto nel 2016:Oggi Arek ,presente nella genealogia di Willy all'epoca dell'articolo non ancora esploso, è praticamente entrato in quasi tutti i certificati del mondo,io per parte mia in quasi quarant'anni di cinofilia ho visto quasi tutti i cani più belli della storia,lui è certamente uno di questi,senza ombra di dubbio il più pazzo.
Che la vita ci sorrida
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