martedì 6 settembre 2016

In morte di un poeta distratto,Mauro De cillis





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........Ero a Bogotá,quel giorno,in Colombia e stavo giudicando un esposizione di pastori tedeschi.
Il ring era di un verde intenso,molto ben curato e,se si eccettua l'impressione singolare che dava l'orizzonte ampio dei tropici in cui vagavano nubi un po' strane,il tutto filava via molto bene e sembrava di essere in Baviera.I cani trottavano rapidamente intorno a me eccitati dalle grida dei proprietari e gli handlers si comportavano come tutti gli handlers del mondo:no,non sembrava proprio di essere in Colombia.

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Questa l'introduzione del meraviglioso libro "il Pastore Tedesco" del nostro Mauro De Cillis,giudice internazionale,allevatore di professione,scrittore e poeta.Sul finire degli anni ottanta , appese le  scarpe al chiodo decisi di dedicarmi con maggiore applicazione al mio hobby preferito,i cani e per  documentarmi sull' argomento entrai in una libreria specializzata  e cercai un libro sulla razza che ritenevo più adatta alle mie esigenze,lo trovai e titolava "IL PASTORE TEDESCO" edito da Mursia il cui autore era un certo Mauro De cillis.La sera stessa,dopo un' intensa giornata di lavoro andai a letto e cominciai a leggere.Passarono pochi minuti ed iniziai a ridere senza tregua  attirando l'attenzione di mia moglie e dei miei figli,allora molto piccoli.Si avvicinarono tutti al lettone,scavalcandosi a vicenda ,ed io cominciai a leggere loro l'introduzione di quel libro.Era meraviglioso,in quelle pagine c'era tutta la nostra esperienza di aspiranti cinofili raccontata fin nei minimi particolari e vi era descritto il passaggio obbligato che in genere ogni  espositore è costretto a subire.Ridemmo tutti insieme fino a notte inoltrata e quel libro diventò per diverse notti .....il cuscino su cui addormentarmi.Qualche tempo dopo volli assolutamente incontrare quell'uomo i cui scritti erano stati per me una  folgorazione e lo feci partecipando ad una gara in cui lui era stato chiamato in veste di esperto giudice di razza.Lo vidi da lontano e mi avvicinai  con la deferenza che si deve ai grandi.Era un tipo alto,smilzo,magro da far paura e  con una  una voce calda e arrocata dal fumo , una classe e un aplomb tanto british,una via di mezzo fra Branduardi e Battiato.
Fu amore a prima vista.Cominciai da allora un' intensa  collaborazione durata nel tempo e culminata con la partecipazione a più corsi per allievi giudici e stage sulla razza organizzati da me   nella mia regione.Mauro è stato un grande conoscitore della razza ,una conoscenza supportata dagli studi e dalla quotidiana esperienza pratica di allevatore ma soprattutto è stato un "menestrello" ,un poeta distratto che la razza l'ha saputa raccontare e farcela amare.Dio quanto mi piaceva ascoltarlo.E' stato un grande scrittore di cani, fra i pochi ad essere misurato,mai caustico e soprattutto esente da "picchi di follia",le descrizioni delle classi erano autentica letteratura ,complete ed essenziali.Statuario in mezzo al campo,con la giacca svolazzante  sempre un po' troppo grande e una camicia troppo ampia per contenerne il collo sottile ,unico al mondo a fumare tenendo la sigaretta tra l'anulare e il mignolo.Lo sguardo sempre trasognato e assente,oserei dire distratto,come se il mondo non gli interessasse più di tanto,incredibilmente innamorato di sua moglie Titti,non perdeva occasione per ripetermi come ne fosse attratto fisicamente ancora oggi nonostante ormai avessero entrambi una certa età.Mauro era un tipo strano,a tal punto da alzarsi ogni mattina,anche d 'inverno e restare per diversi minuti completamente nudo e seduto per terra prima di iniziare la giornata.Ha scritto numerosi libri e non solo cinofili e  forse sono in pochi a sapere che è l'autore di una delle più belle canzoni dello Zecchino d'oro in collaborazione con il maestro Augusto Martelli,musicista e compagno della cantante Mina, dal titolo "il sogno più bello".Mi ripeteva spesso :" Ho scritto tanti libri ma ho guadagnato di più dai diritti di una canzone dello Zecchino d'oro".Sempre fuori da tutti i giochi politici,Mauro sostanzialmente valeva due deleghe,la sua e quella di sua moglie.Pigro,indolente geniale  come  poteva esserlo uno che scrive una canzone per bambini e in chiusura dice: "perché vivere nei sogni e sognare nella vita è la sola via d'uscita che al mondo c'è".Mauro è stato il mio maestro,non l'unico,e il mio grande orgoglio è che lui mi considerava il suo allievo preferito.E' stato diverse volte mio ospite e ha dato notorietà "in tutto il mondo" alle fave e cicorie di mia moglie a suo dire "autentico patrimonio dell'umanità".Al ritorno da Norimberga,appreso della sua morte, sono corso in camera, ho acceso il computer ed abbiamo ascoltato tutti insieme la sua canzone,il sogno più bello,ed abbiamo pianto almeno quanto avevamo riso leggendo il suo libro.Si,ho pianto e non mi vergogno a dirlo.L'ultima volta che lo vidi,diversi mesi orsono,mi guardò per la prima volta con distacco e mi disse : "riprendi,avevo fatto conto su di te" .Lo guardai come un alunno smarrito e gli dissi:" MAURO,DEVO ANCORA ESPIARE". "lO SO" MI RISPOSE E DANDOMI UN BUFFETTO AFFETTUOSO mi disse :"COSA PENSI CHE NON LO FACCIAMO TUTTI OGNI GIORNO? sbrigati..............................................................























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