martedì 23 febbraio 2021

Reinhardt Meyer:Sulla via di Damasco,cronaca di una conversione tardiva

All’indomani della pubblicazione dell’ intervista all’ex responsabile dell’allevamento tedesco sig.Meyer ,voglio fare alcune considerazioni che spero possano contribuire allo sviluppo di un’amichevole discussione all’interno del nostro movimento. Raccontare la vita dei cani leggendari come pure quella dei grandi cinofili agevola il processo di conoscenza di tutti coloro i quali si avvicinano al nostro cane con grande passione.Studiare la nostra razza ,ma soprattutto conoscere il difficile cammino affrontato dagli allevatori che hanno contribuito ad evolverla è indispensabile alla comprensione del materiale su cui si lavora.Raccontare la vita di quei personaggi che hanno fatto grande la razza significa sollecitare un processo di emulazione al quale ognuno di noi potrà aderire in forma personale garantendo magari un personale contributo.Sia ben chiaro un concetto:I titoli che riusciremo a conquistare all’interno del mondo cinofilo hanno una valenza esclusivamente in quel mondo stesso e non potranno in alcun modo essere riportati sul nostro biglietto da visita perché nel mondo reale, Remo è esclusivamente lo storico gemello di Romolo .Capita infatti che un premio nobel per la medicina o un valente matematico possano poi rivelarsi dei pessimi cinofili,così come daltrocanto espositori di successo possano essere nella vita di tutti i giorni delle persone assolutamente mediocri. Reinhardt Meyer è una delle figure più carismatiche dell’ultimo decennio e grazie ad alcune importanti intuizioni ha scritto una pagina significativa della storia della nostra razza.L’intervista ha rivelato alcuni lati meno conosciuti della vita dell’ex responsabile e ci ha permesso di comprendere quanto sia importante cimentarsi nella preparazione dei cani da esposizione per poter aspirare ad incarichi di responsabiltà .Ho molto apprezzato il passaggio in cui il giovane Rei(per comodità lo chiameremo così) sottolinea l’importanza di un’ ambizione primaria, possedere un cane da massima qualifica …e specifica …”ultimo ma da massima qualifica”.E’ un’indicazione importante per gli espositori moderni, orientati esclusivamente verso le posizioni di primo piano sia nelle classifiche che nelle cariche societarie.Aldilà della classica fortuna del principiante che difficilmente si ripete,il successo duraturo è sempre il frutto di un’applicazione quasi maniacale e con il passare degli anni ho maturato la convinzione che si allevi molto meglio da vecchi e se succede il contrario statene certi che da giovani si è stati sopravvalutati.Rei è sicuramente un grande preparatore,50 cani presentati a brevetto,sono un palmares sconosciuto agli allevatori “moderni”,è stato un buon responsabile di allevamento,a lui si devono infatti le grandi intuizioni di Vegas,Ober e Remo, un buon allevatore ,anche se nessuno dei suoi cani ,persino un sieger,ha finito per stazionare stabilmente nei nostri pedigree,pur avendo avuto le classiche “mani in pasta” per quasi cinquant’anni.Il buon Rei,non usa giri di parole e si descrive come un uomo di successo,talentuoso e ricco di capacità e se come diceva il mio insegnante nella vita è più importante credersela che esserci ,quest’ uomo il principio sembra incarnarlo alla perfezione.Tralaltro sostiene di non aver avuto alcun mentore, quella figura “ paterna” che ci accompagna nel duro lavoro della conoscenza e quindi tutto ciò che è riuscito a fare nella vita è eslusivamente opera sua e non potrà mai condividere il pesante fardello dei propri peccati con nessuno. Fra i vari passaggi,ve ne è uno che mi sento assolutamente di condividere: “Ho avuto la fortuna di possedere un talento,già da giovane ho riconosciuto il potenziale nei cani che è rimasto nascosto agli altri,questo talento non puoi impararlo,non è allenabile o lo si ha o non lo si ha ma non puoi svilupparlo in alcun modo”.Rei giustamente sostiene che non è un fatto di preparazione,quante volte infatti ci capita di vedere un fine teorico che ti posta un cane che sembra in procinto di beccarsi una supposta su per il sedere,è un fatto di capacità specifica che non si può acquisire con il tempo,è innata. Ma l’elemento positivo che ha contraddistinto la gestione di Rei è la capacità di interpretare le esigenze del momento , proponendo al titolo di sieger soggetti assolutamente diversi,Vegas,Ober,Remo ma che rappresentavano elementi stabilizzanti ,chi del tipo,chi del carattere ,chi delle correttezze.Quasi tutti gli auslesi proposti durante i suoi mandati sono stati condivisibili e quasi mai ha perdonato mancanze gravi come si è soliti fare adesso .Tra i soggetti di punta delle sue classi ha sempre inserito cani solidi e corretti,ha proposto come sieger soggetti che veicolavano la razza nel migliore dei modi ed è stato attento alle taglie senza mai penalizzare più di tanto quei soggetti un po' grandi ma che erano portatori di pregi assoluti, preoccupandosi esclusivamente, di non proporli come sieger in occasione del campionato.Resta un mistero il trattamento riservato a Tyson ,più volte iscritto alle gare in cui giudicava lui e mai presentato .Nel suo modo di giudicare ci ha fatto intravedere “un metodo”,una linea di condotta coerente,esattamente quello che non erano riusciti a fare ne Messler e tantomeno Quoll.Se per Messler il compito era estremamente difficile,si trattava di vestire la maglia numero dieci dopo Maradona,per il povero Quoll la missio era impossibile,raccoglieva infatti una società all’interno della quale la metastasi della corruzione si era ormai radicata a tal punto da rendere la vita al suo interno impossibile ed oltretutto a differenza di Meyer ,era una persona assolutamente inadeguata al ruolo ed incapace di “gestire” le dinamiche del businnes .Per dirla in soldoni,Quoll si è lasciato travolgere da attività che nulla avevano a che fare con il valore dei soggetti , senza mai farci intendere quale fosse il suo credo ,proponendoci come sieger soggetti di buon valore ma che mai avrebbero dovuto assurgere a modello.A dire il vero,Quoll si è trovato nel bel mezzo dei violenti colpi di coda di un sistema consapevole di trovarsi al capolinea , "ma se ti trovi per ventura a gestire tanti soldi,devi almeno saperli contare”.Ma Lothar QUOLL è stato realmente un pirla,uno che si è visto passare una montagna di soldi senza nemmeno toccarli oppure uno cinico a tal punto da farsi passare per incompetente facendo tralaltro una pessima figura con il mondo?Sia pace all’anima sua,ma in pochi anni è stato capace di buttare nel tombino quanto costruito in 100 anni di selezione.Ma la lectio magistralis(lezione del maestro) in cui Meyer dimostra veramente il suo grande talento è quando dice: “per la maggior parte degli amanti del pastore tedesco nel mondo ,quando si parla di tipo si intendono quelle caratteristiche insite nella testa,nella sua forma,nel suo colore ,nella maschera.Questo non è assolutamente corretto e spesso attiene al gusto personale dell’osservatore.Se un cane da pastore tedesco,in relazione al suo aspetto e alla sua anatomia corrisponde allo standard della razza in un modo alto,allora è un pastore tedesco pieno di tipo,dove il colore della testa o della maschera non gioca un ruolo primario” ed infatti,Remo,Ober,Vegas erano molto simili nel tipo sebbene diversi nell’espressione.Meyer si sofferma poi su alcuni aspetti della selezione divenuti insostenibili,come ad esempio i costi e la differenza di regole fra le varie nazioni e sottolinea come a partire dal 2016 ,senza una spiegazione legittima,per poter adire ad alcuni piazzamenti in Germania era necessario selezionare seguendo le regole tedesche e non più quelle del paese di provenienza . Ricordiamo a tal proposito la regola tedesca ante 2016 che mi sembra rispettosa dei regolamenti e del lavoro dei paesi di provenienza dei soggetti:Qualsiasi cane proveniente da altra nazione puo’ adire a qualsiasi piazzamento alla siegerschau compreso il titolo di sieger purchè allevato secondo le regole del proprio paese(passaggio letteralmente tratto dall'intervista).Rei,fa un rapido accenno alla scissione della razza fra cani da lavoro e cani da bellezza e affronta un argomento vecchio quanto il mondo ed estremamente spinoso.Sono dell’idea e lo dico da oltre un ventennio che la razza si sia definitivamente divisa in due varietà e il fatto che in linea di principio la cosa non faccia piacere a nessuno non sposta di una virgola il concetto.La ricerca esasperata da una parte e dall’altra di elementi ritenuti indispensabili ha reso così ampia la forbice da rendere il divario incolmabile.Faccio solo un esempio:Quel posteriore estremamente scenografico che tanto piace ad alcuni espositori e a dire il vero anche ad alcuni giudici, rappresenta un grosso handicap per un cane da lavoro che necessita di movimenti rapidi e di immediata reattività che un posteriore così conformato non può assicurare.Per riavvicinare le tipologie occorrerebbe incontrarsi a metà strada lavorando in entrambi i settori per i prossimi quindici anni in maniera inderogabile,non facendo alcun tipo di sconto da una parte al carattere e dall’altra all’anatomia,ma sappiamo benissimo che questo non succederà.A tutti gli intransigenti, a tutti colori i quali non sono disposti a fare compromessi(nel limite del possibile e del lecito) io dico: “Fattill tu” il cane come dici ,il cane completo ..quello che “se non è così non lo voglio”,ma me lo devi fare vedere,devi allevare e scendere in campo e confrontarti,perché oggi la razza,così come l’abbiamo ridotta è un campo minato ,dove scanzi la displasia e ti ammazza il carattere, scampi al carattere perisci sotto i colpi degli appiombi, scampi gli appiombi hai sempre la taglia che ti assesta il colpo finale mentre le società specializzate danno ordini e contrordini che non fanno altro che destabilzzare l ‘ambiente e soprattutto ci sono i mammasantissima che degli ordini se ne fottono una beata minchia,per loro...ad esempio..... le regole dell'altezza e delle correttezze non valgono, e magari fanno le sigerin con nonna papera.Come tutti,sono particolarmente sensibile a questo discorso ,ma chi è capace di produrre sistematicamente il cane bello e bravo ce lo deve dimostrare sul campo.Allora al buon Rei che lamenta una classe giudicante miope e impreparata(come dargli torto),che lancia strali su una società che ha introdotto regolamenti che rendono il percorso selettivo lungo e tortuoso,che lamenta la mancanza di personalità e di credibilità della nuova classe dirigente ,che ricorda a tutti(penso di averlo fatto io per primo) che il wesen test così come concepito non è un test ma una prova io dico: “Ma tu,fino adesso,dove stavi,hai retto la razza per oltre un ventennio.Oltretutto, ignori il passaggio più delicato,la gente va via perché questo mondo non è credibile,e perfino tu ,che avevi un cane onesto e di buon carattere come Benno,non riesci a fare l’auslese perché le dinamiche sono cambiate e non ci sei più tu a gestirle.Il rilancio del movimento passa attraverso un principio di base,noi dobbiamo preservare “il sogno”, la possibilità per ogni espositore,seppur sconosciuto, di poter raggiungere qualunque traguardo solo che possieda un cane utile alla razza in quel dato momento storico.Oggi non è così,spesso non vincono i cani migliori e magari come dice il buon Rei,basta che un soggetto cambi di mano perché gli si apra un mondo.AH Rei,che ti venisse una buona fortuna e adesso lo dici?E’ un bel pezzo che si fa così e vuoi dirmi che non te n’eri accorto?Oggi,grazie ai social,cresce sempre di più la conoscenza e la consapevolezza a bordo ring,oggi i ragazzi smontano i cani pezzo per pezzo e te li rimontano pari pari nel tuo giardino e a loro non puoi più dire che Ballack è alto 65,che Cyrus non è una simpatica paperella e che qualcun altro è un cuore impavido di ritorno dalle crociate,perché quelli ti sputtanano ai quattro venti pubblicando video inequivocabili e spargono le tue ceneri per il mondo.I social veicolano quelle informazioni che le associazioni non sanno o non vogliono distribuire,proprio per questo il loro uso deve essere responsabile e quel “mi piace” che viene spesso dato superficialmente va pensato,calibrato,digerito e alla fine cliccato.Per rispetto ai cani e alle persone evito di fare una rapida carrellata del “bestiario” pubblicato negli ultimi tempi dove non mi meraviglia la bruttezza del soggetto,spesso frutto di una creazione virtuale per giunta errata, ma il gran numero di consensi ottenuti. Rei conclude la sua intervista sottolineando le spinte all’autonomia da parte della maggior parte dei club del mondo che sono stanchi dell’ assenza di pianificazione e strategie e soprattutto del non senso della gran parte dei regolamenti.Optimus ,Yango e Benno però, sono la testimonianza di come il vento sia cambiato per questi personaggi che in passato hanno tenuto in mano il mondo e che oggi faticano ad imporsi anche con soggetti d buon valore ma soprattutto di come le classifiche non abbiano più alcun senso,sono altre le dinamiche che le governano.Ovviamente i buoni cani non si dovrebbero toccare indipendentemente dai sassolini che intendiamo togliere dalla scarpa,perché se affidiamo la razza a PAPERINO E QUI QUO QUA,i risultati sono quelli che vediamo.Le nostre sono associazioni di persone organizzate e operanti per il conseguimento di un fine comune e se gli interessi di pochi finiscono con il prevalere sul benessere di tutti viene meno lo scopo della libera associazione.Personalmente ho stima unicamente di quei piccoli allevatori che ogni tanto tirano fuori un buon cane capace almeno di farsi guardare e questo indipendentemente dai risultati che conseguono,quelli sono altra cosa e francamente mi meraviglia che ci sia ancora qualcuno disposto a credere che si possa fare risultato in Germania da perfetto sconosciuto.O ci si lega a qualcuno ……o si mettono i soldi sul bancone ,oppure ,come si dice dalle parti nostre …”paghi a grano anzichè a denaro …”…ma questo ovviamente è prerogativa di chi usa il potere come merce di scambio.Rei ci dice pure che se si confrontano i nomi dei proprietari dei soggetti Auslese ci si accorgerà che sono sempre gli stessi perche è praticamente impossibile per i membri senza un alto profilo(proprietari sconosciuti) conseguire questa qualifica .Per chiunque voglia leggere tra le righe, quello dell’ex responsabile dell’allevamento tedesco, è un pesante atto d’accusa nei confronti delle società e del sistema in generale e detto da un uomo che gode di gran credito e che “sa come suona l’orchestra” c’è sicuramente da credergli.In linea di principio sono assolutamente in sintonia con questo grande tecnico,dal punto di vista morale consentitemi di prenderne decisamente le distanze,troppo facile parlare una volta fuori dai giochi e dopo che si è avuto la palla in mano per oltre un trentennio.Del resto voglio fare una domanda a tutti voi ma soprattutto a me stesso:”Ma se siamo certi che il mondo espositivo in Germania gira effettivamente in questo modo(ed è innegabile visto che ce lo dice anche Meyer)possiamo continuare a farne parte e quindi concretamente sostenerlo ,definendoci comunque “persone per bene”? Chiudo il mio intervento citando quanto scritto sui legni della nave scuola Amerigo Vespucci,nostro orgoglio e patrimonio dell'umanità: "NON CHI COMINCIA MA QUEL CHE PERSEVERA",per tutti un incitamento a lavorare ostinatamente per perseguire i propri sogni,attraverso tutte le difficoltà dei cammini personali.E' un motto per allevare ma anche e soprattutto per aggiustare la rotta quando la via si è smarrita del tutto come in questo momento. Che la vita sorrida a tutti noi ed in maniera particolare anche se in una dimensione diversa ad un amico ed affezionato lettore che in tutti questi anni non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno,ciao Roberto.

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