giovedì 11 aprile 2024

Uomini e cani della leggenda: Sir Klaus Sievers

La rubrica “I cani della leggenda ”nasce all’interno del blog HOMBREVERTICAL per celebrare l’epopea dei grandi miti della razza,quei soggetti che con le loro gesta agonistiche hanno lasciato un solco profondo, una scia da seguire.Mi è sembrato doveroso ricordare quei personaggi che hanno contribuito a rendere queste stelle più luminose perché possano rappresentare per i giovani o per chi si avvicina alla nostra razza un modello a cui omologarsi. Era il 26 di novembre del 2017 e in aeroporto attendevo la consegna della mia auto a noleggio,una Dacia Duster ultimo modello con appena 5000 chilometri all’attivo.Sono stato un precursore delle vetture a nolo , ho compreso sin da subito che nessun mezzo avrebbe mai resistito alla dura vita dei cinofili,fatta di milioni di chilometri per gare,monte e tragitti verso i campi di addestramento.Avevo prenotato la monta con HUGO RADHAUS passando attraverso una pioggia di critiche da parte degli amici ,di alcuni giudici ed anche di semplici conoscenti,sono sempre andato controcorrente,a me i solchi, le strade tracciate non piacciono,amo percorrere sentieri inesplorati magari dove altri hanno fallito.Nella scelta dei cani vado a pelle, a sensazione e guardo lo stallone come il vestito migliore per la mia cagna,studio il cane, la sua famiglia ed immagino come quell’abito possa essere indossato dalla mia “ragazza”. “Ecco,ne hai trovato un altro”……………”tutti tu li vai a pescare”………….”ma dove li trovi”,”quello è sicuramente una sola”,sono le frasi che più frequentemente mi vengono rivolte ,ma io sono fatto così,allevare è un arte e l’arte non ha confini ,non è condizionata dalle opinioni,non si adegua alle mode,l’arte è materia e colori che si mescolano per raggiungere nuove forme,nuove tonalità.Avevo visto Hugo ad Ulm ed era stata una folgorazione,scendendo i gradoni dello stadio mi ero imbattuto in questo cane bellissimo,aveva un bambino avvinghiato al suo collo che lo strapazzava ,al suo fianco un ragazzo tedesco,alto e smilzo,un occhialino da docente universitario ed una raffinatezza da lord inglese molto lontana dal “suprematismo tedesco “ un tempo propagandato.Quel ragazzo seduto per terra aveva un sorriso appena accennato e sussurrava qualcosa al suo cane mentre i bambini lo accerchiavano felici,nessuna tensione ,nessun segno di irrequietezza,lui ed Hugo erano tranquilli nel bel mezzo di un capannello chiassoso, con i bimbi attratti dal cane e le loro mamme da questo splendido ragazzo tedesco.Può sembrar strano ma quasi sempre ho scelto la monta sulla scorta di un immagine,una visione,la stessa cosa è successa con Asap,che sorpresi alla fine della giovani maschi più bella di sempre(Asap,Nero,Max,Hilton),mentre leccava un cono gelato con il suo piccolo padrone,una leccata lui ed una il bambino……nonostante fosse poco igienico mi sembrò meraviglioso.E’ questo che cerco nel cane,una paziente subalternità rispetto all’uomo ,nel mio allevamento ci può anche esser posto per la fragilità,giammai per lo squilibrio o la mordacità,i miei pastori tedeschi sono ausiliari a cui debbo poter affidare con fiducia i miei beni più preziosi,i bambini.Presa la macchina partimmo felici,io ,mio figlio e Lino fantasticando per tutto il viaggio su quelli che sarebbero stati i prodotti di quell’accoppiamento.Il viaggio era lungo 1500 chilometri che percorremmo via via più silenziosi un po' come succede con l’avvicinarsi della finale di un mondiale,eravamo talmente presi che in Austria dimenticammo di fare benzina ed arrivammo al rifornimento più vicino sospinti dall’ultimo colpo di vento.L’Austria era bellissima,si sentiva nell’aria una miscela di odori,di pini bagnati,di neve che fiocca ,di cioccolata calda alla cannella, di strudel appena sfornato,in fondo è questo il bello della cinofilia,tutto quello che c’è intorno, in quel momento capimmo cosa fosse la felicità.La neve comincio’ a cadere con maggiore intensità,scrosci d’acqua cadevano dalle montagne creando delle nubi di vapore ,faceva freddo ed avevamo la monta fissata per le 18,30,ma arrivati a una manciata di chilometri klaus ci telefonò: “Ragazzi sono di ritorno da un saggio di mia figlia , sono fermo nel traffico, facciamo alle 19,30”?OK meglio così,in fondo come nel sesso,l’astinenza aumenta il desiderio.Arrivammo di fronte ad un villino bianco signorile dalle porte in legno massiccio e il tetto spiovente e ci appostammo come killer di mafia,era tutto spento.Fuori il giardino spolverato di neve era ordinato e geometrico,il natale non era così lontano e già si sentiva nell’aria,nevicava di brutto e noi eravamo al buio,in estasi in silenzio.Ore 19,29,si accesero all’improvviso tutte le luci,si aprì il cancello e la porta di casa,non sapevamo da dove potesse essere spuntato ma Klaus era sorridente e si scusò,era un mito questo ragazzo,puntualissimo nel ritardo.Tirò fuori il cane ,gli diede un buffetto ,si accovacciò,ci sorrise senza dire parole: “Hugo op” un salto ed erano incollati.Venti minuti di sorrisi senza parole,un fare molto lontano da quello descritto, “non parla e non ride mai”, “è serio e distaccato”, “è superbo”, niente di tutto questo,Klaus era solo un ragazzo timido e la lingua non aiutava.Finita la monta ci invitò ad entrare con deferenza ,probabilmente ero io che incutevo soggezione,si sfilò le scarpe e infilò le pattine ed entrammo.L’interno della casa era molto simile ad una cattedrale ,odorava di pulito,le pareti erano bianche ,i pavimenti lucidi e cristallini ,tutto era in ordine ,nessuna cosa fuori posto persino le suppellettili erano sistemate in modo geometrico , sembrava d’essere nella sala dei trofei del Real Madrid al Santiago Bernabeu,decine di coppe gigantesche e poster di sieger del presente e del recente passato,tutti con lui al fianco.Dio quanto era bello quel ragazzo,riuscivo a percepirlo perfino io che vedo donne dappertutto, affascinante e raffinato come un antico aristocratico inglese.Prendemmo un caffè,salutammo e andammo via.Klaus Sievers muore poco più che cinquantenne dopo aver scritto alcune tra le più grandi pagine di cinofilia,è stato uno dei migliori preparatori di cani che siano mai esistiti e ci resta il rammarico per tutte le meravigliose pagine che avrebbe potuto scrivere ancora.Mai una polemica in ring,nessuna frase fuori contesto, raccontano alcuni preparatori italiani che durante gli allenamenti in Germania sia Klaus che Natalye erano tesi e silenziosi e si infastidivano quando gli italiani facevano baccano ,alla fine della lavorazione invece si scioglievano anche loro e si lasciavano trasportare.Klaus e Natalye sono stati il piu’ grande sodalizio sportivo nel mondo del cane da pastore tedesco,unici e inarrivabili,costante e ossessiva applicazione sono state il loro credo,un numero infinito di sieger e auslesi sono stati affidati alle loro cure ,Vegas,Cronos,Quoran,Gary ,Uscher solo per citarne alcuni.Ho letto tanto di uomini e cani,ho incontrato quasi tutti i grandi della razza,ma ho imparato di più in occasione delle monte fatte con i grandi stalloni che dai manuali di cinognostica.In casa di Zamb,di Willy,di Arek,di Jeck,di Nikor così come di Martin Goebl,ho respirato il talento ed ho compreso che dietro ai grandi risultati niente è affidato al caso.Il talento è un misto di genialità e maniacale applicazione ,è una costante attesa del momento che statene certi prima o poi arriverà,non è mai il frutto di costellazioni fortunate.Come diceva il filosofo romano Seneca: “la fortuna non esiste,esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione”,è questo quello che cerco di insegnare ai miei ragazzi,mai piangersi addosso,mai cantare ancestrali sventure.Questa è la storia di ragazzi talentuosi che abbiamo incontrato lungo la nostra strada e Klaus Sievers è uno di questi,sicuramente fra i più grandi.Queste storie vanno raccontate perché possano costituire per i ragazzi un esempio da emulare,un percorso da seguire,al successo non servono gli inciuci ,al successo occorre il talento unito ad una metodica e maniacale applicazione.Come tutti gli artisti più grandi ,Klaus ci lascia la sua opera più bella,sebbene parzialmente incompiuta: JIM VOM MESSINA,questo splendido soldatino capace di competere persino con i più “grandi”.Klaus ha dimostrato con Jim come le due grandi branche della razza ,il lavoro e la bellezza,da sempre ritenute agli antipodi non sono poi così lontane come sembra, ma solo chi ha talento ,coraggio e applicazione può contribuire ad avvicinarle .Forza JIM,da oggi il mondo intero tifa tutto per te ed io sono da sempre tra i tuoi grandi ammiratori,ottimo lavoro Klaus,ottimo lavoro ragazzo. Che la vita ci sorrida anche se oggi è un pò più difficile.-

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