venerdì 14 gennaio 2022

La Germania e la "MERDA D'ARTISTA"

La fine dell’anno è il tempo dei bilanci,nelle famiglie,nelle aziende,nelle associazioni e persino nelle relazioni sentimentali ,all’iniziale buonismo delle feste di natale si contrappone una rapida presa di coscienza che porta quasi sempre all’abbandono dei fardelli più pesanti,mariti,mogli o amanti compresi.Il tempo passa in fretta ,mi sono distratto un’attimo e mia nipote è passata dal ciuccio all’appuntamento dal parrucchiere e mi tocca fare in fretta se voglio trasmettere il “verbo” ai più giovani anche perché di questi tempi…… non si sa mai.Noi della vecchia guardia siamo un po' come gli apostoli inviati a predicare la parola di Dio ai giovani d’oggi che il Messia non l’hanno conosciuto ed usano come metro di misura esclusivamente i “profeti” dei giorni nostri.Abbiamo ribadito più volte che i favolosi anni novanta rappresentano per la nostra razza la massima espressione raggiunta dalla bellezza estetica e funzionale ,prima di quegli anni infatti i cani erano sicuramente più adatti al lavoro,resistenti e rustici, ma mancavano di quel fascino e di quella capacità di attrarre lo sguardo che oggi siamo soliti connotare con il termine “appeal”.La comparsa contemporanea di alcuni soggetti nel firmamento della razza ha dato il via ad un processo di accelerazione della notorietà del nostro pastore tedesco che è diventato rapidamente il quadrupede più amato al mondo.Uran,Quando,Fedor,Mark,Odin ,indipendentemente dalle criticità che ognuno di loro ha portato con se,cambiarono completamente la concezione del cane da pastore spogliandolo della rustica essenzialità degli esordi e dotandolo di una classe e una piacevolezza fino ad allora sconosciute, aggiungendoci per giunta dei colori sfavillanti.Fu come passare da una fiat Doblò solida ,resistente ma poco “affascinante” ad una meravigliosa ammiraglia Mercedes ed il mondo ne rimase immediatamente stregato.Questi soggetti introdussero per la prima volta il concetto di classe ,intesa come fascino e forza di seduzione, soppiantando in men che non si dica ogni genere di concorrenza delle altre razze.Mi sono sempre interrogato su quanto potesse essere adatto ad un cane da pastore il termine “classe” per identificare una qualità specifica di un soggetto.Questo termine è stato usato in passato per magnificare Arek piuttosto che il padre Mark,Fedor piuttosto che Karly,sempre comunque in relazione a soggetti lineari ed essenziali e mai riferito ad animali eccedenti in qualche particolare attributo anatomico e d’altro canto mi sono posto comunque una domanda:Può essere un cane da pastore,rustico per definizione, un cane di classe?Ve lo immaginate un mandriano nei prati vestito Dolce e Gabbana e cosparso di profumo Versace?Questo interrogativo lo lascio per aria ed ognuno di noi gli darà la risposta che riterrà più opportuna,ma indipendentemente da tutto è stata l’aggiunta di questi ingredienti che ha portato la razza al suo massimo splendore.Poi,il declino,lento e costante,un passo alla volta,prima una piccola concessione,poi una svista ,un angolo marcato,un appiombo non corretto,un carattere incerto,un arto corto fino ad arrivare all’apoteosi degli ultimi anni dove tutti questi problemi si sono per giunta amalgamati.Di chi è la colpa?Di ognuno di noi ,che abbiamo derogato chi al carattere,chi alla correttezza degli appiombi,chi alle proporzioni,chi alla taglia,di coloro i quali hanno seguito i cattivi maestri o semplicemente di chi ha fatto di testa propria magari approfittando di un ruolo,ma soprattutto di chi doveva vigilare sulla razza essendone il “guardiano”, ed in Germania questa figura coincide con il responsabile dell’allevamento.Ma hanno fallito soprattutto i grandi allevatori che hanno lasciato che tutto questo accadesse spesso approfittandone e adeguandosi alle mode.Alcuni soggetti,Lasso ad esempio,sono il segno evidente di come le regole si siano perse del tutto e stiamo spostando il cane verso un'altra tipologia,verso un'altra razza.Certo ,una volta, il singolo difetto era una goccia di vino in un limpido bicchiere d’acqua,ma oggi l’acqua è torbida e ogni singola goccia rende sempre più scuro il contenuto.E’ possibile anche che questi soggetti ,in virtù di un utilizzo massiccio, possano riprodurre a loro volta dei fuoriclasse e ci sarà sempre qualche sciagurato pronto a dire: “Vedi che il suo difetto non lo trasmette?”.Sicuramente ,ma per ogni gigantone che riprodurrà un cane in taglia ci saranno cento “cestisti” seminati nella razza,per ogni sciancato che riprodurrà un cane corretto ,ci saranno cento “paperini” seminati nell’ aia,per ogni “cagone “ che riprodurrà un guerriero, ci sarà un esercito di derelitti che vagano terrorizzati .Come ne usciamo?Esattamente come ci siamo entrati,lentamente ,passo dopo passo,con tanto buonsenso,ripartendo da quello che abbiamo e cercando di non fare più sconti ,almeno per quanto possibile,diversamente dovremmo dar via quasi tutto,sta a noi tutelare la razza perché siamo noi ad avercela a cuore.I guardiani non guardano,di parlare non parlano, e se gli parli non sentono ,e soprattutto sta a noi vigilare sul loro operato .Era il 1961 quando un artista Italiano, Piero Manzoni ,giovane proveniente da una nobile famiglia cremonese diede origine ad una delle opere più scandalose e dissacranti dell’arte moderna, “LA Merda D’artista”. Sigillò 90 barattoli di latta,uguali a quelli utilzzati normalmente per la carne in scatola,ai quali applicò un etichetta identificativa con la scritta “MERDA D’ARTISTA” con un numero progressivo e con la firma dell’artista contenente “probabilmente” le sue deiezioni.Una di queste,la numero 61 è stata recentemente battuta all’asta per la cifra di 275000,00 euro.L’artista ha anche previsto che il contenuto della scatoletta non sia conosciuto dal compratore,che se ne può accertare solo aprendola,dunque distruggendola e annientandone il valore.Diverse sono le letture simboliche dell’opera ,ma quella che maggiormente prediligo e’ quella che un artista(allevatore) affermato troverebbe mercato e consenso della critica per qualsiasi opera produca,al di là della sua qualità specifica.Oggi il mercato mondiale dei cani di razza( è un problema generalizzato e non specifico della nostra) è pronto ad accettare letteralmente della merda ,purchè sia tedesca o provenga dai grandi competitori.In realtà,senza scomodare l’arte,c’è un noto proverbio che recita: “FATTI UN NOME E PUOI VENDERE L’ACETO AL POSTO DEL VINO”, e non c’è definizione al mondo che possa riassumere meglio questo concetto.Personalmente ,intravedo però spiragli di luce,segnali di speranza che ci vengono dai giovani,dai ragazzi,dai figli.Ho compreso da un pezzo che è inutile continuare a perder tempo dietro le “solite cause perse”, “a lavar la testa all’asino si perde acqua e sapone”,occorre lavorare sulle nuove generazioni,che sono fresche,motivate e capaci.Dobbiamo creare all’interno della società competenze generalizzate ,perché se è vero che il risultato di un soggetto in un’ esposizione è la cartina di tornasole del valore del soggetto stesso è altrettanto vero che per renderlo attendibile non deve essere in alcun modo surrogato o forzato da interventi esterni e pressioni,che in alcuni casi possono diventare vere e proprie minacce.Cambiamo la rotta partendo da quello che abbiamo,facendo le deroghe che ognuno dio noi riterrà opportune ,cercando magari da questo momento di prestare un po' più di attenzione .Il tipo è la somma dei pregi relativi ad una determinata razza,questa è tra le tante definizioni quella che prediligo e sebbene il Solaro identificasse nella testa una delle caratteristiche più importanti( “la testa dice la razza” ),nessun altro testo stabilisce “giustamente” una classifica dei valori.Questo significa che un appiombo scorretto,una testa mal “disegnata”,un pessimo carattere così come un errato portamento delle orecchie o del rapporto del torace con gli arti ci portano tutti allo stesso modo nella stessa direzione: la deviazione dal tipo costituzionale e di conseguenza dallo standard di razza. Che la vita ci sorrida

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